lunedì 31 ottobre 2011

The Monday Talk: blogger tra furti e prestiti

Provocazione innocente su un tema non sempre leggerino
Buongiorno e buona Monday Talk a tutti...e, ovviamente, HAPPY HALLOWEEN!!!
(Ecco un post carino e pieno di spunti sulla nota festa: Halloween Party!)

Per il post di oggi ho scelto un argomento un pochino spinoso: Furti e Prestiti in un blog.
Sarà capitato almeno una volta nella vita da blogger di prendere una sgridata per una foto utilizzata?!
O forse no.
Bhè, a me è capitato proprio di recente, e potrete trovare il suddetto rimprovero tra i commenti di un post che ha riscosso un discreto successo qualche settimana fa. Una strigliata che mi sembra giusto mantenere nella storia di questo spazietto tutto chiacchiere, design e modi di vivere.
Da "creativa" quale sono di mestiere, è stato da parte mia un errore grossolano da principiante, una manchevolezza ignobile, lo ammetto, il fatto di utilizzare una foto senza citarne il proprietario.
Però questo mi ha fatta riflettere parecchio sul mondo dei blog e delle immagini che circolano in rete.
Sarebbe buona regola in un post inserire una didascalia per ogni foto che indichi la sorgente, o l'autore della stessa.
Così come sarebbe buona norma inserire una dicitura della serie: "Ogni immagine utilizzata in questo blog è di legittima proprietà dei rispettivi proprietari, i quali si riservano il diritto di contattare l'amministratore per richiederne la rimozione".
O simili.
Io stessa ho trovato immagini di mia creazione deturpate del loro simbolino di copyright e riutilizzate... ammetto che non è piacevole. Ma ogni volta mi sono chiesta quanto valesse la pena sollevare una polemica. Forse non mi sono imbestialita perchè non erano in fondo immagini degne di nota o creazioni geniali, però effettivamente non è giusto l'uso improprio di immagini.
E qui ammetto pubblicamente e nuovamente la mia mancanza.
Però, come dicevo, questo fattaccio mi ha scatenato tutta una serie di domande. Domande che ancora vagano senza risposta certa.

Ad esempio:
- E' semplice trovare la reale sorgente di una fotografia/immagine quando si effettuano ricerche attraverso i classici motori di ricerca?
- Non è forse vero che spesso e volentieri si rischia di citare come creatore uno che in realtà non è altro che un blogger anche lui un po' ladro?
- Allora forse si potrebbe citare, come fanno molti, il sito dove si è pescata e presca in prestito l'immagine? E' giusto nei confronti del reale creatore?
- Sarebbe allora più semplice il faidate? (Oddio, non oso pensare alle orrende foto che pubblicherei...brrr).
- Sarebbe invece corretto che ogni proprietario di immagine apponesse il classico "sigillo di proprietà", meglio conosciuto col nome di watermark? (Quello in trasparenza con una bella X che corre lungo tutto l'ingombro + nome o sito del legittimo proprietario).
Per quanto riguarda quest'ultima soluzione, direi che forse sarebbe la migliore però sarebbe terribile guardare su Google milioni di immagini tutte "sfregiate" e coperte da una X bianca. Non sarebbe più la stessa cosa...

Insomma mi rimetto a voi, cari lettori.
Avete mai avuto dubbi sul tema?
Avete aneddoti carini da raccontare?
Soluzioni interessanti?

Aspetto come sempre i vostri graditi commenti ma anche critiche e insulti :-))
Un caro abbraccio e che possiate passare uno spaventoso e divertente Halloween!!

lunedì 24 ottobre 2011

The Monday Talk: L'agenzia pubblicitaria



Buongiorno e buona Monday Talk a tutti.
Lunedì uggioso che sa un po' di malinconia e che mi ricorda gli anni, oramai lontani, in cui si prendeva l'autobus per andare a scuola e, musica nelle orecchie, si lasciava scorrere il paesaggio sul finestrino come la pellicola di un film.
Questa mattina ho deciso di fare un post sull'agenzia pubblicitaria e più in particolare sugli oscuri figuri che fanno un'agenzia.
Partirei dalla teoria, quella dove tutto è ben organizzato e oguno ha un compito ben preciso e strutturato e non vive ansie da prestazione o tensioni particolari (forse).
Dovete sapere che l'agenzia pubblicitaria è tutto fuorchè quello che vogliono raccontarci attraverso film/telefilm, specialmente quelli americani dove donne in carriera sfrecciano con tacco dodici e cappuccino alla mano da una sala riunioni all'altra e a fine giornata si sentono appagate per il successo del loro progetto di oggi.
La frenesia in realtà è più o meno quella, ma è tutto molto meno patinato di come sembra.
In Italia poi non ne parliamo!


L'AGENZIA PUBBLICITARIA
come dovrebbe essere, com'è

Account come dovrebbe essere: è colui che ha i contatti con il cliente, che ne carpisce le necessità e i desideri per poi tradurre il tutto in un polpettone di contenuti da condividere con i collaboratori del progetto (generalmente sono: strategic planner, coppia creativa e direttore creativo).
L'account è anche quello che fa quadrare i conti, che deve mediare tra tutte le parti coinvolte guardando all'obiettivo finale e ovviamente puntando alla piena soddisfazione del cliente.
Uomo in giacca a cravatta, diplomatico e rilassato.
Account com'è: è colui che cerca di intuire ciò che desidera il cliente per poi lavorarselo al meglio nel corso della presentazione finale.
Durante il brief con i collaboratori ci mette del suo, si sente capace di grandi piroette creative e spesso e volentieri tende a monitorare ogni parte del processo creativo per assicurarsi che le sue idee geniali non vengano messe da parte.
L'account è quello che deve mediare, tra il suo ego smisurato, le necessità del cliente e la mano dei creativi. Un compito arduo, specialmente considerata la misura dell'ego di un "account tipo".
Uomo in giacca e cravatta, poco diplomatico ma mago della retorica, armato di una decina di maschere e assi nella manica. La sa lunga.

Strategic Planner come dovrebbe essere: è l'uomo che si occupa di elaborare una strategia di comunicazione su cui elaborare poi i vari materiali. Un mediatore che deve avere ben presente gli obiettivi economici di un progetto, la posizione sul mercato del cliente, della concorrenza, il target di riferimento. Insomma una buona cultura in fatto di statistica e marketing è richiesta!
Un uomo che fa anche e spesso ricerca, affascinato dalle novità ma molto pragmatico. Si dissocia da tutto quel fare e disfare che c'è in un'agenzia. Lui è o stratega, poco gli interessa tutta la fuffa che sta intorno.
Strategic Planner com'è: Spesso e volentieri questa figura professionale non esiste, soprattutto nelle agenzie piccole o medie. Il più delle volte è ricoperta da un account o dallo stesso direttore creativo. Uno dei classici esempi in cui, per ottimizzare le risorse aziendali, un ruolo importante è affidato a qualcuno che è già oberato di lavoro o peggio non ha le competenze per svolgere questa mansione.
Questo ruolo, a volte, è invece ricoperto da personale che un tempo era qualcosa che non lo gratificava pià all'interno dell'azienda e ha sentito la necessità di affibbiarsi un compito tutt'altro che semplice, completamente fuori dalle sue competenze ma che comunque lo fa sentire al di sopra degli altri.
Male, molto male.
Questo oscuro figuro si aggirerà quindi per l'agenzia parlando con tutti, leggendo tanto e concludendo ben poco.

Art director come dovrebbe essere: l'uomo dell'immagine. Colui che è responsabile di tutto ciò che si vede in una pubblicità. E' un personaggio particolare che ha sempre l'idea giusta, o quasi, che si muove disinvoltamente in vari ambiti creativi, che ha gusto e personalità. Lavora generalmente insieme ad un copywriter col quale forma la cosiddetta coppia creativa. In un'agenzia sono presenti Art director junior o senior a seconda dell'esperienza maturata.

Art director com'è: l'uomo frustrato in un'agenzia è sicuramente l'art director, che qui in Italia definiamo meglio con il termine: grafico.
L'art director è dietro al suo mac e quasi non lo si vede per le pile di libri che ha sulla scrivania. Fogli in disordine, neanche l'ombra di una cartelletta in grado di organizzare il caos creativo che regna sovrano e indomabile.
E' concentrato e teso; deve consegnare un progetto tenendo conto di cosa vogliono il cliente, l'account, lo strategic planner (se esiste in quell'agenzia), il direttore creativo e il copy in questione.
Molto spesso la coppia creativa non esiste. Ogni progetto vede coinvolte combinazioni di grafici e copy sempre nuove e non sempre c'è il feeling giusto tra i due. Anzi! Molto spesso i due lavorano separatamente, il che è deleterio ai fini di una buona campagna pubblicitaria.
Nella fase clou della creazione si materializzano alle spalle del grafico alcuni colleghi (tra questi sicuramente c'è un account!), che ci tengono molto a contribuire con un'idea più bella, più nuova e più geniale di quella a cui l'art director dopo ore e ore di ricerca aveva pensato.
Ecco l'aborto di un'idea, di un visual, che un art director aveva faticosamente partorito.
Forse quell'art director deciderà di non fare più "figli"! Anzi, molto probabile.

Copywriter come dovrebbe essere: Lui si occupa di testi: headline, bodycopy, payoff e anche della parte noiosa di ricerca refusi. Avete presente tutti i jingle che passano alla radio? Tutti quei bei titoloni sui cartelli che vedete per strada? Ecco, lì dietro, da qualche parte un creativo appassionato di lettura e scrittura ci ha mezzo lo zampino. E' un uomo indaffarato ma placido, ha l'aria dell'intellettuale di altri tempi ma allo stesso tempo possiede un guizzo creativo che va aldilà della semplice cultura generale.
Non tutti quelli che sono bravi a scrivere possono fare i copy!
Copywriter com'è: Tutti quelli che sono bravi a scrivere fanno i copy o vorrebbero farlo. E ancora mi chiedo il perchè! E il perchè le agenzie continuino ad assumere personaggi che sanno più o meno leggere/scrivere in italiano corrente...
Il bravo copy, quello che ci è nato, quello che oltre ad aver fatto le scuole giuste ci ha pure un certo gusto, e guizzo (mi piace questa parola si era capito?), è l'altro frustrato all'interno dell'agenzia. Quello che generalmente si vede tarpare le ali insieme all'altro suo compare, l'art director.
Lui scrive una cosa e il grafico ribatte, poi arriva l'account, poi il direttore creativo.
E insomma qui scattano i musi lunghi, le incomprensioni e le tristezze di un artista incompreso che in segreto sta scrivendo un romanzo che farà impallidire tutti quanti e un giorno lo renderà libero.
Nel frattempo lui siede mesto alla sua scrivania, anch'esso con libri su libri impilati, (saggi, testi di marketing, annual e via dicendo) a riflettere sulla nuova headline di grido.


Direttore creativo come dovrebbe essere: L'uomo che la sa davvero lunga. Lui mantiene gli equilibri tra i vari reparti, in particolare quello creativo e quello di account e media/strategic planner.
Lui ha competenze in tutti questi settori e se avete consigli da chiedere lui ne avrà sicursamente uno perfetto per voi.
Ha capacità tecniche e una creatività smisurata. E' una sorta di guru in grado da farsi coinvolgere il giusto, quel po' che basta per dare la direzione giusta ad ogni progetto.
Direttore creativo com'è: Ha un suo ufficio e non vuole farsi coinvolgere troppo da tutte le lamentele che nascono dopo ogni riunione. Nel suo ufficio c'è sempre qualcuno e la porta spesso è chiusa. Si pensa che all'interno si discuta il futuro della pubblicità o si creino progetti inimmaginabili e invece probabilmente lì, al cospetto del direttore creativo, ci sarà qualche copy, grafico, account o chicchessia che mugugna improperi contro i colleghi. Non per cattiveria o maligneria, sia ben chiaro, si tratta perlopiù di disperazione. E ho la sensazione che ogni direttore creativo se la rida alle spalle di tutti per questo teatrino che ben poco lo riguarda in realtà. Soprassiede alle riunioni che più gli interessano e acchiappa i progetti che più lo appassionano.
Ogni art director spera un giorno di diventare direttore creativo!

Tv-producer/art buyer + Media Planner come dovrebbe essere: Questi personaggi, che ho volutamente messo in un unico trafiletto, si occupano di selezionare i mezzi e realizzare i materiali che sono prodotti dal reparto creativo. Si interfacciano con fornitori, giornali, riviste, radio, televisioni e cercano di accaparrarsi gli spazi migliori per quel cliente (ovviamente se il budget lo consente).
Sono necessariamente persona organizzate e concretizzano con grande maestria ogni progetto.
Tv-producer/art buyer + Media Planner come sono: Non entrate in un ufficio produzioni nei momenti in cui si svolgono fiere nazionali, internazionali o eventi simili. Anzi non entrate mai volontariamente in un ufficio produzioni! La tensione si taglia con il coltello, tutti sono in fermento perchè devono far quadrare i tempi e come al solito i creativi sono in ritardo con le consegne!
Non c'è tempo da perdere e invece qui sembra di correre dietro ad un treno ad alta velocità.
Se qualcosa non va in stampa siamo rovinati.
Un mestiere stressante che mette a dura prova anche gli appassionati di yoga e meditazione.




Le parole d'ordine in un'agenzia reale sono:
- rispetto dei tempi
- ottimizzazione dei costi
- creatività (?)

Ma continuo a pensare che le parole d'ordine, e in ordine d'importanza dovrebbero essere:
- comunicazione
- creatività
- organizzazione

Forse mi sbaglio, ma qui mi rimetto ai veri esperti, quelli che hanno visto crescere l'advertising.
A questo proposito vorrei citare Annamaria Testa, un talento italiano che mi è stata di grandissima ispirazione per questo post e che mi è di ispirazione ogni giorno quando mi trovo in difficoltà con qualche nuova campagna.
Vorrei consigliare il suo libro (per me LA bibbia): La parola Immaginata.

P.S. Esistono oggi e per fortuna continuano a nascere agenzie che si distinguono nella gestione dei progetti, agenzie in grado di organizzarsi senza rinunciare alla soddisfazione di ogni componente, agenzie con ideali.

Un buon inizio settimana a tutti.

lunedì 17 ottobre 2011

The Monday Talk: Halloween Party!

Buongiorno e buona Monday Talk a tutti!
Da un po' di tempo a questa parte siamo diventati grandi, siamo divenuti persone indaffarate e alle prese con responsabilità e grattacapi.
Ma chi l'ha detto che non sappiamo più divertirci?
Proprio ieri mi sono decisa a prendermi un'intera giornata per la famiglia ed è così che abbiamo deciso di fare una bella gita: boschi, natura e tranquillità. Le foglie ingiallite, le rocce muschiate, i rivoli d'acqua e le cascate mi hanno fatto venire in mente che siamo in pieno autunno e che tra poco è HALLOWEEN!
Una delle cose belle di essere cresciuti è che un party di Halloween non è più solamente trick or treat, può anzi diventare un evento esclusivo e tutt'altro che trash.

LISTA DEGLI INVITATI
Per cominciare è necessario selezionare gli invitati, possibilmente persone che sappiano divertirsi lasciando a casa o sotto la maschera la faccia preoccupata tipica del lavoratore odierno.
Un buon organizzatore di party deve sempre pensare al feeling che si può creare o non creare tra gli ospiti.

TEMA DELLA SERATA
Stiamo parlando di Halloween e il tema è chiaramente il mistero, il brivido... però, c'è sempre un però, dovete capire che tipo di festa volete ottenere e soprattutto che tipo di abbigliamento è richiesto.
Sbizzarritevi ma tenete anche conto che spesso se è richiesto un abbigliamento troppo particolareggiato o spinto questo potrebbe disincentivare le adesioni alla festa.

GLI INVITI
Una volta selezionati gli invitati, sulla base anche dello spazio a nostra disposizione (una festa dove si sta troppo stretti non verrà ricordata con piacere), bisognerà assicurarci che questi si presentino, o almeno l'80% della nostra lista!!
Ricordate di richiedere la conferma della presenza alla vostra festa o rischierete di produrre/ordinare dolcetti e bevande in quantità esorbitanti e che rischiate di dover ingurgitare fino alla fine dell'anno a colazione-pranzo-cena e relative merende.
Perchè il nostro party risulti accattivante sarà necessario studiare un invito ad hoc.
Ecco a seguire alcuni esempi.









IL MENU
Definite il menu e le quantità e cercate di organizzarvi al meglio. Cucinerete voi o ordinerete il tutto?
Qualunque sia la risposta fatevi una bella tabella di marcia in modo da non trovarvi all'ultimo secondo a correre dal panettiere, fruttivendolo, pasticcere.
Non è necessario puntare su alta cucina, però il decoro è d'obbligo e la cura dei particolari deve essere impeccabile. Ecco alcuni spunti per cocktail e dolcetti:











ALLESTIMENTO
Ed ecco il mio punto preferito! L'allestimento della vostra location che deve necessariamente rispecchiare il tema della serata.
Sempre per il discorso che oramai siamo grandi ricordate che scherzi ed effetti sorpresa sono graditi ma entro i limiti. Quindi evitate di far prendere un colpo ai vostri ospiti. Puntate sempre e comunque sul fascino del decoro, sulla cura del dettaglio in ogni ambiente che verrà vissuto dai vostri ospiti.
A partire dalle luci, fino anche a piccoli accessori e complementi di arredo qui e lì, silla libreria, sul tavolo del buffet e via dicendo.

Ecco qui gli spunti più carini:












 Buon inizio settimana a tutti. Ovviamente aspetto i vostri commenti! :-)

lunedì 10 ottobre 2011

The Monday Talk - Tea Talk

ANKSFOTO : http://www.flickr.com/photos/anksfoto/5975140863/in/set-72157627471373960
Buon pomeriggio e buona Monday Talk a tutti!
Qualche anno fa, dopo una notte turbolenta decisi di aprire la mia agenzia di comunicazione.
Non sono cose che si decidono proprio alla leggera, così su due piedi.
E invece io mi svegliai una mattina con questa idea nella testa.
Forse un semino di questa idea si era già depositato dentro di me da anni, ma non sapevo che stesse crescendo tanto e tanto in fretta. Poi BUM!
Il semino era diventato un albero gigantesco, rigoglioso ed incontenibile...
Dopo tanti anni trascorsi a rincorrere una carriera, mi resi conto che stavo girando sulla famosa ruota del cricetino... solo che io il criceto non lo so fare! Anche se soffro di vertigini preferisco arrampicarmi su, su, su, poi cadere, poi risalire e via dicendo. Tutto con le mie mani e i miei modi maldestri.
Insomma non mi so mettere seduta su una poltrona ad aspettare chissà che cosa.
Così partii in questa missione che prese il nome di Teapot. Eh si, teiera.
Potrà sembrare banale, bizzarro o stupido ma ci sono voluti mesi per trovare il naming idonei all'idea che avevo in testa.
Mi addormentavo nel letto con dizionari di ogni lingua sulle coperte, riempivo pagine di quaderno con nomi e nomi (che ancora conservo segretamente), ma nessuno era perfetto al 100%.
Poi un giorno scrissi Teapot su un foglietto.
Lo guardai e mi dissi che era la cosa più assurda che mi fosse mai capitata perchè questa parola era per me abituale, persino banale... e invece era lei, era perfetta.
L'avevo trovata!
Il perchè fosse tanto giusta lo capii due secondi dopo, ma non mi dilungherò annoiandovi.

Fatto sta che in queste prime giornate di autunno, in cui finalmente ritiro fuori tutte le mie confezioni di infusi e thè, volevo dedicare un post alla mia teiera arancione che mi regala sempre tanta soddisfazine e, detto tra noi, stress e confusione!! :-)


Ma soprattutto a voi, cari amici; tazzine originali per ogni personalità e per sorseggiare un tè in compagnia.

Per le dame più raffinate, con meravigliosi macaron francesi





Un sapore vintage e baby allo stesso tempo. Una delle mie preferite!





Vintage, classicissime tazze dallo stile inglese!

Agressive!!!





Neanche a dirlo, per i fotografi più tecnologici!

Per gli amanti delle illustrazioni e dell'arte

La Cup dei pessimisti!



Geek!!

Per i grafici no?!


E tu rinunci al biscottino?!

Comoda e very cute!


Stile vittoriano... mon amour!

Per chi è rimasta un po' bambina, e ama ancora quei sapori fruttati di bosco... un'altra delle mie top!!!

Intellettuale...

Nonnina dolce! STUPENDA!!!

Bon ton!


Un abbraccio